La Scrittura Geniale di Matteo Bortolotti: Il Manuale per Scrivere di noi Stessi
In un mondo sempre frenatico, ritagliarsi un momento per la propria crescita personale, e mettersi davanti ai propri limiti, è tutt’altro che facile. Oggi, però, ci sono tanti strumenti che possono supportarci, come il manuale di auto-aiuto realizzato da Matteo Bortolotti, dal titolo “La Scrittura Geniale”, dedicata proprio alla scrittura come palestra quotidiana per raccontarsi. Abbiamo intervistato Matteo, scrittore professionista, e gli abbiamo chiesto alcuni approfondimenti e consigli utili per le nostre lettrici.
In un mondo che gira vorticosamente e una società che viaggia a ritmi sempre più sostenuti, ritagliarsi un momento per la propria crescita personale, e mettersi davanti ai propri limiti, è tutt’altro che facile. L’organizzazione del flusso dei pensieri, la trasformazione dei pensieri in azioni e delle azioni in progetti agitano frequentemente la nostra mente, ma poi fanno fatica a concretizzarsi, anche perché spesso non diamo loro una forma scritta. Oggi, però, ci sono tanti strumenti che possono supportarci, come il manuale di auto-aiuto realizzato da Matteo Bortolotti (qui il suo sito personale), dal titolo “La Scrittura Geniale”, dedicata proprio a chi desidera utilizzare la pratica della scrittura come una palestra quotidiana per raccontare e raccontarsi. Abbiamo intervistato Matteo, scrittore professionista, romanziere, sceneggiatore e consulente di comunicazione strategica (ha perfino rischiato di vincere il David di Donatello) e gli abbiamo chiesto alcuni approfondimenti e consigli utili per le nostre lettrici.
Come è nata l'idea di questo libro?
L'idea del progetto “La scrittura geniale” è nata da una newsletter nella quale ho cercato di rispondere a una semplice domanda: “A cosa serve, davvero, scrivere?” E la risposta non è stata quella che mi aspettavo! Questo libro e il metodo proposto al suo interno sono il risultato di anni di studio e di pratica come autore manager, consulente e formatore. C'è dentro la mia grande passione per la crescita personale, per il benessere mentale e per quella che chiamo produttività creativa.
C'è stato un evento scatenante?
Non c'è stato un singolo incidente scatenante, ma piuttosto una serie di piccoli momenti in cui sono stato sfidato a trovare un senso alla scrittura. È il frutto delle conversazioni fatte negli anni con i miei allievi.
A questo si è aggiunto un ulteriore stimolo, dato dalla consapevolezza che il nostro Paese - secondo un’indagine PIACC/OCSE - è al 31° posto - su 37 Paesi coinvolti – per competenze legate alla lettura e alla scrittura.
Ci voleva proprio un altro testo di scrittura creativa? In cosa si differenzia dagli altri libri presenti sul mercato?
Questo è un libro di scrittura pratica! Volendo prendere in prestito il contesto del balletto, questo non è un libro sulla danza, ma sulla postura, sul camminare al nostro passo per raggiungere ogni destinazione. Dentro non ci troverai tecniche di storytelling e istruzioni per ideare mondi fantastici. Si parla di autostima creativa, ma non parliamo di fiction. Parliamo di noi.
"La scrittura geniale" è un manifesto sulla "scrittura per umani", perché tutti possano approfittare di questa tecnologia per migliorarsi in tutti gli aspetti della propria vita. Specialmente oggi che l'AI può scrivere agli altri al posto nostro, noi abbiamo più tempo per scrivere a noi stessi.
Il libro affronta i pregiudizi e le superstizioni sulla scrittura, le credenze auto-limitanti con le quali la nostra società ci ha cresciuti, allontanandoci da un approccio pragmatico alla scrittura. I miei sforzi, in questi anni, non si sono concentrati su come far scrivere meglio, ma su come usare la scrittura per far pensare meglio.
Quali sono state le letture che ti hanno influenzato maggiormente nello sviluppo di questo progetto?
Sono state molte le letture che mi hanno ispirato e vengono tutte da ambiti molto diversi. Nel libro c’è una sezione dedicata proprio alla Bibliografia Geniale. Dal meraviglioso lavoro di Sönke Ahrens, che mi ha fatto riflettere sull'importanza dell’annotazione e dell’organizzazione delle idee in modo sistematico, fino agli studi sulla scrittura espressiva di James Pennebaker, che mi hanno mostrato coi dati il potere terapeutico delle parole. E ancora il lavoro di Gottschall, dei fratelli Kelley, di Zinsser. Non posso non citare Clark e Chalmers e la loro "coraggiosa" Teoria della Mente Estesa, che fa da metafora e filo conduttore a tutta l'idea alla base del manifesto. E poi i lavori di neuroscienziati, come Gazzaniga e Damasio, il lavoro di Paul Zak. Ho consultato centinaia di ricerche scientifiche e di saggi per scrivere questo libro.
Dalla tua esperienza professionale e personale, quali sono i benefici della scrittura?
La scrittura è uno strumento 'di specie', che ci ha permesso di evolvere. Chiunque può usarlo per migliorarsi. Scrivere ci aiuta a mettere ordine nei pensieri, chiarire le nostre emozioni, a prendere decisioni migliori. Anche solo scrivere un diario, senza pensare troppo alla forma, può portare grandi benefici: riduce lo stress e aumenta la consapevolezza. Questo libro non serve per raccontare altre storie, ma per cominciare a raccontare la nostra, prima che sia qualcun altro a farlo.
Che consiglio daresti a chi non ama scrivere?
Quando non utilizziamo la scrittura, perdiamo un'occasione per liberare il nostro pieno potenziale e carichiamo di lavoro il nostro cervello. E questo non fa sempre bene. Scrivere non serve per pubblicare, ma ci aiuta a stimolare la creatività, a darle forma, ma anche a mettere ordine alle nostre idee, strutturare nuovi progetti. Scrivere serve a fare l’esatto contrario di quello che molti credono: non serve per farsi conoscere dagli altri, ma per conoscere sé stessi.
Puoi condividere con le nostre lettrici alcuni consigli pratici da poter applicare quotidianamente?
Raccomando spesso di iniziare ogni giorno con tre o cinque minuti di scrittura libera. Prendi un foglio e una penna, apri la tua app di note preferita o mandati un messaggio con Whatsapp e trascrivi i tuoi pensieri: letteralmente. Tutto ciò che ti passa per la testa, senza censura. Questo esercizio è un modo semplice per sbloccare la mente e cominciare la giornata con più chiarezza. Aiuta a scoprire molte cose su di noi, perché i nostri pensieri nella testa vanno e vengono, dicono tutto e il contrario di tutto.
Scrivendoli li guardiamo allo specchio. Riflettiamo. Possiamo riscriverli e tenere solo quello che è importante. Da pensieri fluttuanti li rendiamo pensieri profondi e se, mentre trascrivi, i tuoi pensieri vanno più veloci della penna, non cercare di rincorrerli, lascia che siano loro a rallentare. Non pensare a cosa scrivere, pensa scrivendo.
E quando hai un'idea - o incontri l'idea di qualcun altro che ti sembra opportuna per i tuoi progetti - fermati appena puoi e scrivila. Non affidarti alla tua memoria! Se non l'hai scritto, l'hai soltanto pensato! Ma se lo scrivi puoi pensarlo davvero.
Che cosa ti ha divertito di più nella realizzazione di questo progetto?
La parte più divertente è stata sicuramente la costruzione e la sperimentazione degli allenamenti di cardiowriting®. Vedere come i partecipanti, i cardiowriter, reagivano agli esercizi, come si aprivano e riuscivano a esprimere ciò che avevano dentro. È stato incredibile. Anche perché non sono tutti aspiranti narratori: ci sono copywriter, startupper, knowledge worker, formatori, seo specialist, persone che hanno lavori molto pratici... A volte qualcuno porta anche i suoi bambini. C'è spazio per tutti!
E quali sono stati, invece, i momenti più critici?
I momenti più critici sono stati legati alla stesura e alla revisione: trovare il giusto equilibrio tra teoria e pratica, rendere il metodo S.P.A.C.E. accessibile senza banalizzarlo. E poi c'è il fatto che - per raccontare come la scrittura ci possa salvare la vita - ho dovuto mettermi in gioco e raccontare come ha salvato la mia. In questo libro si parla di malattia, di cura e accettazione. Ma è stata una sfida entusiasmante! Ho imparato tantissimo da questo libro e sono pieno di gratitudine per chi ha permesso che questo testo diventasse realtà. Su tutti mia moglie e il mio editore.
Ci racconti esattamente cos’è la pratica del fitness creativo – o cardiowriting® - spiegando come funziona e quali sono i suoi benefici?
Il cardiowriting® è un allenamento mentale, proprio come il cardiofitness lo è per il corpo. Consiste in una serie di esercizi di scrittura ricreativa che stimolano diverse aree cognitive: dalla creatività alla capacità di sintesi, dalla velocità di pensiero alla profondità emotiva. Ogni sessione dura circa 60 minuti e alterna momenti di scrittura espressiva a esercizi più strutturati. Gli esercizi variano da un minuto a un massimo di cinque e alla fine di ogni esercizio chi se la sente condivide a caldo quello che ha scritto. Nel cardiowriting® ci esercitiamo su un tappeto morbidissimo e ciascuno è ascoltato e premiato per il coraggio di esprimere se stesso. L'obiettivo è mantenere la mente agile, allenata e pronta a cogliere ogni spunto ideativo. I benefici? Un aumento della propria autostima creativa, una maggiore consapevolezza di sé e degli altri e una predisposizione all'ascolto pro-attivo: la condivisione solidale.
Quali sono – dal tuo punto di vista – i tre elementi essenziali per poter sviluppare, e mantenere vivo nel tempo, il pensiero critico?
Curiosità, umiltà e disciplina. Alla curiosità è dedicato un ampio spazio nel libro, perché nella scrittura geniale, la curiosità è una forza molto simile alla gravità. Attrae le idee tra loro e ne crea di nuove. Ci costringe a fare domande e non si accontenta mai della prima risposta. L'umiltà è una sua diretta conseguenza. Ci mette in discussione, ci fa accettare di poter sbagliare e ci predispone a imparare dagli altri. Nel libro la chiamo "la mente dell'amatore": un professionista non può sbagliare, ma un amatore può soltanto imparare. La disciplina, invece, viene dalla manualità del professionista, che però ha bisogno della gioia e della semplicità che portano con sé i primi due elementi.
Mantenere un atteggiamento aperto e non giudicante nei confronti delle idee altrui che non condividiamo è una delle imprese più difficili per la nostra cultura.
Quali sono i metodi che hai adottato nel tempo per allenarti a fare diversamente?
Dipende dalle idee. Alcune idee vanno giudicate, non c'è niente di male. Vanno discusse, vanno messe alla prova. Sono le persone che non andrebbero giudicate senza essere ascoltate con un atteggiamento di apertura e di accoglienza. Anche quando le idee sono all'opposto delle nostre potremmo incontrare persone disposte a cambiare idea. Tendo ad avere un approccio cosmopolita e una cocciuta insistenza nel cercare di ragionare insieme agli altri. Da soli non possiamo andare molto avanti.
Come gestisci le eventuali critiche negative nel contesto professionale?
Sono uno stoico praticante, quindi le critiche me le prendo tutte: quelle giustificate mi aiutano a crescere (grazie alla mente dell'amatore) e quelle ingiustificate... a volte possono essere molto divertenti! Sono quasi sempre un'opportunità di crescita. Ad ogni modo, cerco di ricordarmi che non possiamo piacere a tutti. Vedo ogni cosa che faccio come un esperimento, un prototipo. Non c'è niente di definitivo e si può sempre sbagliare. Cerco di sbagliare sempre meglio. Siamo storie ancora da scrivere, siamo tutti in bozze. Faccio del mio meglio per imparare e il resto è fortuna. Ogni cosa è in prestito in questa vita, anche la propria reputazione. L'importante è fare quello in cui si crede giusto e restituire sempre agli altri.