Sbarbatelle 2025: Evento Enoico al Femminile
Abbiamo partecipato a Sbarbatelle 2025: evento enoico al femminile lanciato nel 2017 da giovani produttrici italiane con l'obiettivo di raccontare i loro territori, le tradizioni, il lavoro di famiglia e naturalmente far conoscere e degustare i loro prodotti. Vi raccontiamo come è andata.

Raccogliere l’eredità territoriale, raccontare la storia dei vigneti e dei suoi vini con entusiasmo, tra tradizione e innovazione. È questo l’obiettivo di “Sbarbatelle”, un’associazione di oltre 200 giovani produttrici di vino provenienti da tutta Italia, nata nel 2017, che – nella giornata di domenica 30 Marzo – si sono riunite a Roma, dando vita ad una manifestazione enoica, con degustazioni e masterclass per gli appassionati e i professionisti del settore. All’evento - realizzato grazie alla collaborazione con Ais Piemonte e Ais Lazio – hanno partecipato oltre 40 realtà vitivinicole italiane guidate da giovani donne, che hanno raccontato al pubblico le loro storie, il lavoro quotidiano, l’impegno, gli studi, le sfide e le difficoltà del settore.
Quella delle Sbarbatelle è una generazione di donne in grado di celebrare la ricchezza culturale e il patrimonio enologico attraverso esperienze dirette di vita, trascorsa tra vigne e cantine, tra storia e innovazione, con l’obiettivo di tessere un filo sempre più forte e resistente tra passato e futuro.
A impreziosire la manifestazione anche due masterclass, uno dedicato ai “Vitigni Rari” e uno al “Grignolino”, al quale abbiamo partecipato per approfondire uno dei vitigni più controversi, versatili e – allo stesso tempo – più nobili del nostro patrimonio.
Caratterizzato da tre vinaccioli (invece dei due tipici delle altre varietà), il Grignolino è un vitigno a bacca nera dall’acino piccolo, presente soprattutto nella provincia di Alessandria, Asti e Cuneo. Ma è nelle zone dell’Astigiano e del Monferrato Casalese (provincia di Alessandria) che offre il suo meglio.
Vitigno tipico del Piemonte, ha una buccia povera di antociani, ma - grazie al numero superiore di vinaccioli - gode di un’elevata tannicità e di una buona acidità. Caratteristico per il suo colore rubino, che tende all’arancio con l’invecchiamento, si distingue per i suoi profumi di rosa, frutti di bosco e sentori lievi di pepe bianco.
Coltivato e apprezzato fin dal XIII secolo, questo vitigno era osannato per le sue proprietà “terapeutiche” ed era così diffuso tra i nobili che i Savoia lo inclusero nei loro menu, in compagnia del Barolo e del Barbaresco.
A raccontare le virtù e le caratteristiche di questo versatile vitigno, quattro giovani imprenditrici, che hanno raccontato le loro storie di famiglia e i loro prodotti di punta.
Beatrice Gaudio, della cantina Gaudio - nel Monferrato Casalese - ha presentato il suo “Margot”, Spumante Rosato Doc Grignolino Monferrato Casalese 2023, realizzato con metodo classico e affinamento sui lieviti di 28 mesi. Caratterizzato da riflessi ramati intensi, questo spumante “brut nature” viene affinato su antiche pupitre di famiglia. Sul processo di macerazione, invece il massimo riserbo: “è un segreto di famiglia”, ha chiosato Beatrice.
Francesca Bonzano del Castello di Uviglie ha condiviso il suo “San Sebastiano”, Grignolino del Monferrato Casalese DOC, macerato sulle bucce per 4-7 giorni, che conserva tutta la sua autentica acidità perché non effettua la fermentazione malolattica e matura in acciaio per preservare freschezza e autenticità.
Emanuela Musabelliu, di Hic et Nunc, ha presentato il suo “Altromondo”, Grignolino del Monferrato Casalese DOC, che si distingue per la sua storia. Caratteristico della zona di Vignale, proviene da “Vieilles Vignes” (da vigne di oltre 40 anni), è macerato sulle bucce per un massimo di 7 giorni e maturato in acciaio per 7 mesi.
“La macerazione è breve – ha commentato Emanuela – ma teniamo i vinaccioli per restare fedeli al progetto”. Il risultato? Profumi di fragolina di bosco, lampone, mora e cannella.
Giulia Cosseta ha condiviso il suo “Grignolino del Monferrato Casalese DOC 2023”, La Vignazza, prodotto nell’areale della “Collina della Vignazza Alfano Natta”, ultimo tratto della provincia di Alessandria abbracciato dall’Astigiano, punto strategico che consente di trasferire al prodotto il meglio dei due territori.
I suoi nonni, che oltre alla vigna, avevano altre coltivazioni e allevamenti di bestiame, hanno trasformando un anonimo appezzamento di terreno in un vero e proprio progetto imprenditoriale: “Mia nonna andava in giro a vendere il vino sfuso e con le damigiane si spingeva fino in Lombardia, non proprio banale per quei tempi”, ha commentato Giulia.
Il vino si caratterizza per i suoi profumi di fiori e frutti rossi maturi e una spiccata presenza di tannino.
Ha concluso l’intervento Giulia Accornero, della cantina Accornero, attiva fin dalla fine dell’Ottocento e arrivata oggi alla quinta generazione. Il suo “Bricco del Bosco Vigne Vecchie 2016”, Grignolino del Monferrato Casalese DOC, è il frutto di un lungo percorso. Non solo perché proviene da Veilles Vignes, ma anche perché vanta una macerazione lunga, che va da un minimo di 30 ad un massimo di 90 giorni, e un affinamento di 30 mesi in tonneaux di rovere, seguito da 24 mesi in bottiglia.
“In passato esistevano grandi pregiudizi sul Grignolino, anche per alcuni errori fatti dalle vecchie generazioni di produttori – ha commentato Giulia – ma oggi per fortuna la storia è cambiata e questo vitigno sta conoscendo una nuova era”.
Accomunate dal motto “Youth Wine Passion”, le Sbarbatelle coinvolgono grazie al loro entusiasmo e al grande impegno: non resta che attendere la prossima edizione!