Parco di Villa Gregoriana a Tivoli: un incanto tra grotte e cascate

Vieni a scoprire con noi l'incantevole parco di Villa Gregoriana a Tivoli, in provincia di Roma, tra cascate, grotte e lussureggianti boschi profumati.



Villa Gregoriana a Tivoli: Orari Prezzi e Attrattive | Corriere delle Dame

A pochi chilometri da Roma sorge l’antica cittadina di Tivoli, un vero e proprio scrigno di storia, arte, cultura e bellezze naturali. Non a caso, questo borgo della provincia romana – insieme alla città di Pechino – vanta il primato mondiale di avere ben due siti Unesco all’interno del proprio territorio. Oltre a Villa Gregoriana, infatti, Tivoli ospita Villa d’Este e Villa Adriana, entrambe inserite nell’elenco dei siti storici patrimonio dell’umanità. Ma Villa Gregoriana non è da meno. Sebbene non sia presente nel patrimonio Unesco, questo sito storico ha un valore artistico e paesaggistico di altissimo valore. Un trionfo di grotte naturali, tra boschi di lecci e siepi di viburni, siepi di allori che delimitano i sentieri, cascate che il fiume Aniene ci regala prima di scomparire nelle viscere della terra, come se fosse inghiottito.

Ma come nasce il Parco di Villa Gregoriana? Fortemente voluto da Papa Gregorio XVI, che nella prima metà dell’Ottocento curò la bonifica dell’intera area per dar vita alla realizzazione di un parco destinato all’uso pubblico, il sito è custodito e curato dal 2002 dal Fondo Ambiente Italiano (FAI) e oggi rappresenta un mix perfetto di natura, storia e archeologia.

Nel 1832, Papa Gregorio XVI, noto storicamente per le sue posizioni reazionarie e antiliberali, si innamorò di Tivoli e si impegnò in prima persona a favore di un’opera idraulica che potesse salvare la città dalle inondazioni, salvaguardare i reperti archeologici presenti nell’area e preservare il travertino presente in grande quantità in tutta la zona Tiburtina. Così, il 7 ottobre 1835 inaugurò il parco, passato alla storia per la presenza di due gallerie scavate nella roccia per modificare il corso del fiume Aniene e impedire così che l’acqua mettesse a rischio l’abitato circostante e le sue bellezze storiche. Una grandiosa opera di ingegneria idraulica, ideata dall’architetto Clemente Folchi, necessaria per contenere le continue esondazioni dell’Aniene. L’opera riuscì ad incanalare le acque del fiume proprio grazie ai due trafori scavati all’interno del monte Catillo, fino a farle sfociare in un salto di 120 metri, una cascata che Italia arriva seconda dopo le Marmore a Terni.

Si pensi che l’opera fu talmente grandiosa che all’inaugurazione accorsero il Re di Portogallo e la regina delle Due Sicilie, oltre alla corte Papale tra cui spicca il Cardinale Rivarola esecutore materiale dell’opera. L’opera ingegneristica dell’uomo, funzionale alla vita di Tivoli e dei suoi abitanti, cha dato origine alla grande cascata di acqua è circondata da un parco naturale, fondamentale per la comunità dell’epoca, caratterizzato da caverne, dirupi e memorie architettoniche della classicità, fondendo così con lo stile romantico dell’epoca, tra natura e artificio.

Nel corso dei decenni, il parco è stato visitato anche dal Granduca di Sassonia, dal Granduca di Toscana, il Principe Federico di Prussia, il principe di Galles e poi – dopo la rinascita del 2002 – fu inaugurato di nuovo dal Presidente della Repubblica Ciampi.

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All’interno del Parco, da visitare assolutamente la grotta delle Sirene e quella di Nettuno, oggi visibile anche grazie al governatore di Roma per Napoleone, il generale Miollis, che aprì un particolare passaggio nella roccia, caratterizzato da fori e gallerie, che consente di scendere dall’Acropoli sovrastante di Vesta e Tiburno fino alle grotte e ai resti della Villa di Manlio Vopisco, console romano. Ma nel parco sono presenti anche lastre con scritti riconducibili alla Sibilla Tiburtina, ad Albunea e a Tiburno. Del resto, Tibur - oggi Tivoli - fu uno dei centri più importanti dell’antichità, posto sotto la tutela di Ercole vincitore, e – secondo alcune fonti - sarebbe stata fondata anche prima di Roma.  

La grotta di Nettuno consisteva in origine in un complesso di caverne comunicanti scavate dall’acqua del fiume Aniene e - prima dell’opera del generale Miollis - vi si accedeva calandosi con funi. Solamente grazie al Cardinale Rivarola, nel 1841, fu realizzata una scalinata per rendere visibile a tutti la grotta.
La cascata Gregoriana rimane leggermente nascosta rispetto al centro delle grotte, perché fu creata dalle due gallerie; oggi sulla parete della prima, quella più vicina allo spettatore, è possibile notare la targa affissa in ricordo della piena del 6 febbraio 1836, che certifica quanto l’opera di Papa Gregorio XVI° fosse importante per la città.

Tornando ai ruderi di età romana, nella villa di Manlio Vopisco, è presente vasto complesso edilizio che anticamente occupava tutta l’area del Parco. In età romana, la villa – che si estende su una superficie di circa due ettari e mezzo - era impreziosita da marmi colorati, decorazioni e opere d’arte caratterizzate da fontane e zampilli di acqua per ingentilire i luoghi. Di tutta la magnificenza dell’epoca oggi possiamo solamente immaginare lo sfarzo, in quanto i resti visibili non sono che lo scheletro di quelle architetture, con gli otto ambienti in opus incertum (paramento di calcare a forma piramidale) che costituivano la struttura dell’edificio, alto mediamente 6 metri. In un altro ambiente era probabilmente presente una vasca per l’allevamento dei pesci, alimentata dall’acqua del fiume Aniene.

Dopo la visita ai resti della villa, la passeggiata continua lungo il sentiero delle cascatelle e la grotta di Nettuno, fino a raggiungere la valle dell’inferno. Guardandoti intorno avrai l’impressione di trovarti in un grande cono al contrario, una forma ad imbuto, che raggiunge la grotta delle Sirene, dove - in un misto di spettacolo e spavento - l’acqua delle cascatelle viene risucchiata verso il centro della terra. Questa meraviglia si costituì probabilmente nel corso del 105 d.C. laddove il luogo era sommerso da un lago chiamato Pèlago, che franò sotto il peso dell’acqua dando origine al fiume Aniene.

Villa Gregoriana è oggi un bene vivibile e aperto al pubblico grazie al FAI che, dopo il salvataggio dall’abbandono, lo cura grazie all’aiuto di privati e all’incasso dei biglietti. Un costo che vale la pena affrontare.

Villa Gregoriana: Orari

Il parco di Villa Gregoriana è aperto al pubblico, dal 1 al 22 marzo: tutti i giorni dalle ore 10:00 alle 17:00.
Dal 23 marzo a giugno è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 18:30, mentre nei mesi di luglio e agosto l’apertura è prevista tutti i giorni dalle ore 9:00 alle 20:00.
Dal 1 settembre al 15 ottobre, l’apertura è prevista tutti i giorni, dalle ore 10:00 alle 18:30, mentre dal 16 al 22 ottobre, dalle ore 10:00 alle 18:00.
Dal 23 al 27 ottobre, dalle ore 10:00 alle 17:30.
Dal 28 ottobre al 10 novembre, dalle ore 10:00 alle 16:30 e dall'11 novembre al 15 dicembre, dalle ore 10:00 alle 16:00.

Villa Gregoriana: Prezzi

Per gli iscritti al FAI l’ingresso è gratuito
Biglietto Intero: 8 euro
Biglietto Ridotto (6-18 anni): 3 euro
Biglietto per Bambini fino ai 5 anni: ingresso gratuito
Biglietto per Studenti fino ai 25 anni: 5 euro
Biglietto per i residenti del comune di Tivoli: 2,5 euro
Per i Soci National Trust, Soci Bienfaiteurs Amis du Louvre, portatori di handicap con un accompagnatore: ingresso gratuito
Biglietto Famiglia: 19 euro.
Consente l’ingresso con prezzi ridotti per le famiglie composte da 2 adulti e 2 bambini/ragazzi (dai 6 ai 18 anni di età). A partire dal terzo bambino, ogni ingresso è gratuito.


Madame de Stael

Madame de Stael

Giornalista free lance dal 2009, vive tra Roma e la Provenza, si occupa di scrittura, traduzioni e correzioni di bozze. Nel tempo libero scrive romanzi d'avvenutura e viaggia con il suo zaino in spalla.

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