Le Donne e la Chiesa: una relazione complicata
Le donne e la Chiesa hanno da sempre un rapporto controverso: ecco alcune riflessioni e approfondimenti sul tema visto con gli occhi delle donne di oggi.
Partiamo da una data, che potrebbe essere idealmente uno spartiacque nel rapporto tra le donne e la Chiesa: le contestazioni del 1968. L’anno che ha portato alla luce le istanze e le rivendicazioni del mondo femminile, che - da tempo - covavano sotto la cenere e che sono emerse in una stagione di luci e ombre per tutti. Un anno di grande fermento in tutti gli ambiti della vita civile, politica e sociale, che oggi ricordiamo come l’anno del “femminismo”, dello scontro tra la tradizionale secolarizzazione e l'emancipazione femminile. A tal proposito, occorre anche sottolineare che rispetto alle chiese “sorelle” del mondo della riforma, quella cattolica sembra avere con le donne un rapporto diretto ancora più difficile, il che rende la situazione più grave.
Dobbiamo ricordare, infatti, che - almeno a livello ufficiale - le gerarchie ecclesiastiche e la Curia romana intesa come magistero hanno sempre rifiutato le rivendicazioni del mondo “femminista”, specie in tema di aborto, matrimonio e divorzio. Oggi con il papato di Francesco si comincia a parlare - per la prima volta - del ruolo della donna e dei suoi diritti, anche grazie al maggiore ed evidente contributo che le donne offrono oggi in tema di assistenza al prossimo. Papa Francesco ritorna spesso sulla questione, riconoscendo la necessità di una nuova e profonda riflessione su questa realtà. Ma qual è il reale motivo di questa inversione di tendenza rispetto alle posizioni tradizionali della Chiesa?
Il Papa ha compreso, da un parte, il ruolo centrale della donna nella gestione della famiglia e nell’educazione dei figli e, dall’altra non ha potuto che constatare una certa disaffezione delle donne nei confronti della Chiesa e delle sue istituzioni, fenomeno che porta inevitabilmente ad un allontanamento dal mondo ecclesiastico e ad un cambiamento radicale nella formazione dei più piccoli. Il risultato di questa tendenza è – inevitabilmente – un allontanamento progressivo e massivo delle persone dalla Chiesa, che si traduce in una frequentazione sempre più scarsa delle parrocchie.
Ma diamo uno sguardo dall’interno al mondo ecclesiastico. In effetti, bastano pochi e semplici numeri per capire quanto e come le donne siano presenti a tutti i livelli nel mondo della Chiesa e quanto queste siano determinanti per il suo futuro. Basta pensare al lavoro che svolgono nelle parrocchie, dove l’80% dei catechisti è rappresentato da donne, sia religiose che laiche. Ma non solo, molti movimenti cristiani e realtà ecclesiali sono gestite da donne, che partecipano molto più attivamente degli uomini alla vita quotidiana. Le donne – che un tempo si occupavano unicamente delle canoniche e provvedevano alle pulizie delle Chiese – oggi insegnano, organizzano centri di accoglienza, gestiscono la macchina della solidarietà nelle periferie. Ma c’è di più: alcune nuove statistiche ci dicono che negli istituti teologici il numero delle studentesse tende a crescere in maniera costante.
Insomma, le donne svolgono un ruolo fondamentale nella società e – nonostante tutto – anche nelle istituzioni ecclesiastiche, ma la Chiesa ha sempre fatto finta di non vedere il valore del loro lavoro e della loro importanza a livello sociale, dove ancora oggi manca un riconoscimento equo e adeguato.
Qui l'articolo dedicato alla vita e alle opere di Artemisia Gentileschi e al suo rapporto con la Chiesa
Ancora oggi, infatti - nel mondo ecclesiastico come nella quotidianità - permane un forte divario tra i trattamenti e le opportunità riservate agli uomini e quelli riservate alle donne, che oggi – con il loro lavoro quotidiano - pretendono (dopo secoli di vessazioni) quella necessaria inversione di rotta nella mentalità e nella cultura, rivendicando con sicurezza la loro identità e autonomia.
Oggi, quindi, neanche la Chiesa può più permettersi di restare a guardare e il Papa sembra averlo capito. È diventato fondamentale un confronto tra le donne e il clero, un dialogo tra chi ha sensibilità e opinioni diverse per lasciare maggior spazio d’azione alle laiche che si vogliono avvicinare alla Chiesa o già la frequentano. Oggi è necessaria una maggiore interazione tra chi gestisce la parrocchia e chi gestisce la famiglia. In breve, è fondamentale per la Chiesa stesa cambiare prospettiva e appropriarsi di una cultura diversa fino ad oggi ignorata.
La strada, però, è tutt’altro che semplice, perché – come accade in tutti i movimenti conservatori – la Chiesa è popolata da cardinali e vescovi che vedono nell’emancipazione della donna un rischio per la propria posizione e propri privilegi. Una dimostrazione di questo è nel fallimento della “Commissione di studio sul diaconato femminile”, voluta da Papa Francesco nel 2016, proprio a causa della chiusura da parte della curia nei confronti del rinnovamento.
Il problema della Chiesa è aver perso appeal sull'universo femminile del mondo occidentale (America ed Europa), mentre in altre parti del mondo, come in Africa e l’Oriente, dove la società civile non ha ancora recepito e fatto propri i valori di libertà e uguaglianza, mostra ancora capacità di espansione. Ciò significa che, se questa istituzione non avrà la capacità di rinnovarsi e piegarsi alle nuove inevitabili tendenze di emancipazione e crescita sociale delle donne, sarà destinata ad avere sempre più fedeli nei Paesi meno sviluppati e ad averne sempre meno in quelli economicamente e socialmente più evoluti.
Un testo consigliato alle nostre lettrici che desiderano approfondire il tema è quello scritto dalla giornalista Ilaria Beretta, edito da Àncora “Quello che le donne non dicono alla Chiesa. Storie vere di una relazione complicata”.