Come Affrontare un Colloquio di Lavoro (e Fare una Buona Impressione)
Come affrontare un colloquio di lavoro? La risposta non è banale: ecco alcuni consigli pratici del Correre delle Dame, che ti saranno sicuramente utili in occasione di un'"intervista" professionale.

Devi affrontare un colloquio di lavoro e hai dei dubbi su quale atteggiamento tenere o su quale sia il look più appropriato? Stai cercando di immaginare quali siano le domande che ti potranno fare o quali quelle che potrai porre tu al tuo interlocutore? Se ti stai ponendo questi interrogativi, ecco alcuni preziosi consigli per affrontare un colloquio di lavoro al meglio, senza ansia, ma con le idee ben chiare sul comportamento da tenere.
Prima di iniziare però, la prima cosa che devi sapere - e tnere sempre a mente - è che (purtroppo) non c’è mai una seconda occasione per fare una prima buona impressione. Nei primissimi momenti in cui si conosce una persona, entrano in funzione dei meccanismi inconsci basati sul linguaggio non verbale, che riguardano il linguaggio del corpo e, anche se un giudizio così affrettato può avere dei grandi margini di errore che vengono corretti dopo una più attenta analisi, è bene ricordare che per cancellare una prima impressione negativa ne occorrono poi dalle 7 alle 10 positive. Una fatica immane recuperare!
Ecco allora un vademecum che potrà aiutarti ad avere molte più possibilità di suscitare una buona prima impressione.
Atteggiamento e postura da tenere durante un colloquio di lavoro
Quello che più colpisce nei primi momenti in cui si incontra una persona per la prima volta è lo sguardo e il sorriso: sofferma spesso lo sguardo negli occhi del tuo selezionatore e sorridi mentre gli stringi la mano: guardare negli occhi di una persona con cui stai interloquendo è sinonimo di schiettezza e sicurezza, mentre quando qualcuno ti sorride l’istinto è quello di ricambiare il sorriso, in questo modo il clima si scalderà subito e l’ambiente diventerà meno ostile. Il sorriso poi è sinonimo di apertura e di solarità ed è la strada più breve per l’empatia.
La stretta di mano non deve essere quella da pesce lesso, ma neanche da stritola ossa e mai shakerata con entrambe le mani. La mano deve essere aperta e la stretta decisa. Niente braccia o gambe incrociate come per chiudersi, ma postura eretta, schiena diritta, gestualità minima e morbida.
Non presentarti mai a un colloquio di lavoro con buste della spesa o con altro materiale che non sia strettamente legato al colloquio. L’unico accessorio deve essere la borsa. Ricordati di silenziare il telefono cellulare.
Quando ti presenti, lascia prima parlare prima il tuo interlocutore: dopo che lui (o lei) avrà pronunciato il suo nome, tu memorizzalo e pronuncia subito dopo il tuo; eviterai sovrapposizioni ed entrambi capirete i vostri nomi. Con queste piccole accortezze è molto più facile suscitare un’impressione di fiducia, cordialità, simpatia.
Come vestirsi per un colloquio di lavoro
Per aiutarti a suscitare una buona prima impressione hai un ottimo alleato: l’abbigliamento. Inutile dire che l’aspetto deve essere curato, i capelli meglio se freschi di parrucchiere anche se non troppo elaborati. Il trucco leggero, quindi niente rossetti o ombretti dai colori eccessivamente sgargianti. Controlla, inoltre, di non avere il rossetto sui denti. Dal tuo aspetto non devono arrivare messaggi di trascuratezza, né di pesantezza. Tutto deve essere pulito, stirato, ordinato, niente macchie, indumenti sgualciti, bottoni a penzoloni.
Ovviamente il tuo look deve essere diverso a seconda del lavoro per cui stai sostenendo il colloquio: ricorda che l’appropriatezza è la carta vincente.
Per lavorare, ad esempio, in uno studio notarile o di avvocati, l’abbigliamento deve essere formale e impeccabile. Tailleur pantalone o con gonna è la scelta giusta e se il colloquio è in estate, scegli un completo dal tessuto adatto, un fresco lana potrebbe essere la soluzione.
Per un lavoro in cui è prevista la creatività, puoi valutare la possibilità di aggiungere qualche accessorio all’ultima moda per esaltare il tuo look, ma mai troppo estroso però. Nel caso in cui, invece, il lavoro dovesse essere più dinamico, meglio un outfit più casual, senza mai esagerare con le scollature o con la gonna troppo corta. Non devi essere ricordata per il decolté e nemmeno per le gambe, ma per le tue capacità professionali e personali.
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In caso dovessi avere dei dubbi sullo stile da adottare, ricorda che è sempre meglio un look troppo formale rispetto ad uno troppo casual. I tacchi di altezza esagerata sono da sconsigliare: meglio una scarpa raffinata, ma comunque comoda, nel caso di un abbigliamento formale, più informale e sportiva per gli altri casi.
Scegli sempre l’abito della tua taglia, un vestito troppo stretto o troppo largo è disarmonico e saresti tu la prima a sentirti a disagio. Sentirti a tuo agio con ciò che indossi ti fa sentire più sicura e questa tua sicurezza verrà indubbiamente percepita da chi è deputato alla selezione del personale. Per la scelta del colore devi basarti sulle tonalità che più si addicono al tuo incarnato, al colore dei tuoi capelli, alla tua struttura fisica. Il colore, così come il modello, deve esaltare i pregi e minimizzare i difetti. Non esiste quindi un colore “out” e neppure uno sicuramente “in”, ma solamente uno appropriato o meno alla tua persona.
Evita gioielli troppo vistosi, potrebbero deviare l’attenzione del tuo interlocutore proprio mentre stai esponendo qualcosa di importante.
Se porti i pantaloni e hai deciso di indossare la cinta, abbi cura che sia dello stesso colore delle scarpe che devono essere intonate con la borsa.
Non arrivare al colloquio preceduta dalla scia del tuo profumo, potrebbe non essere gradito a chi ti deve selezionare e percepirlo fastidioso e tu non vuoi certo infastidirlo.
Durante un colloquio le mani sono una parte del corpo che viene notata maggiormente quindi devono essere curate, con unghie né troppo lunghe né troppo corte e con smalto possibilmente neutro. Ricorda, inoltre, che ci sono gesti che tradiscono l’agitazione: tormentare una ciocca di capelli, mordicchiarsi un labbro, muovere troppo le mani o la testa; per cui rilassati perché l’unico modo per sembrare tranquilli è esserlo davvero.
Domande frequenti in un colloquio di lavoro
Sempre più spesso il colloquio di lavoro viene identificato con la parola inglese “interview”. In effetti si svolge pressappoco come un’intervista e l’esito, positivo o negativo, oltre che al tuo curriculum, è affidato alle tue risposte.
Ma prima di entrare nel vivo dell’argomento, un consiglio, di cui avrai chiara la motivazione più avanti: cerca di avere più informazioni possibili sia sul settore in cui opera l’azienda che ti ha convocata, sia sulla mansione che dovresti svolgere in caso di assunzione.
Allora, vediamo insieme le domande più frequenti e - soprattutto - quali sono le risposte migliori che ti faranno guadagnare punti.
Frequentemente, il colloquio di lavoro inizia con l’invito - da parte del selezionatore -a parlare di te; niente panico: è un po’ come quando a scuola ti si chiedeva di parlare di un argomento a piacere. E’ una buona opportunità per illustrare la tua personalità ma anche - e soprattutto - è l’opportunità di enfatizzare alcuni aspetti della tua personalità che possono essere più in linea con l'offerta di lavoro per cui stai sostenendo il colloquio. E’ il momento in cui, se sfruttato bene, puoi dimostrati spigliata ed entusiasta dell’incarico a cui ambisci. Il consiglio, quindi, è di prepararti bene un discorso ripetuto ad alta voce più volte, in cui sia prevista una parte introduttiva in cui ti presenti e un’altra con cui puoi esternare i tuoi progetti per la carriera. Soffermati sulle tue capacità e sulle tue competenze tecniche.
Tieni presente con chiarezza, per poterle esporre con altrettanta chiarezza, tutte le pregresse esperienze lavorative.
Cerca di non scendere in particolari ininfluenti, ma senza tralasciare informazioni importanti, esponi sinteticamente le problematiche che sei stata costretta a risolvere, le scelte che hai dovuto effettuare. Soffermati su quegli aspetti che hanno affinità con il lavoro per cui stai sostenendo il colloquio. Ecco l’importanza di sapere il più possibile sulla mansione per cui stanno cercando la persona da assumere.
Spesso viene richiesto di elencare i propri pregi e i propri difetti: è di fondamentale importanza prepararsi le risposte. Altrettanto importante è la sincerità, anche perché le persone deputate all’assunzione del personale sono molto bene addestrate e, con domande diverse e/o leggendo il linguaggio non verbale, possono smascherare facilmente una bugia. Non aver paura di rivelare qualche difetto, sia perché ti fa sembrare più umana, ma anche perché spesso ciò che può sembrare un punto negativo può rivelarsi un punto di forza. La pignoleria per esempio, per gli amici può sembrare una pecca, ma può rivelarsi un grande pregio per un datore di lavoro che nel profilo del candidato, cerca proprio la meticolosità.
Ma la domanda delle domande è: perché l’azienda dovrebbe scegliere proprio te?
Non è una domanda a caso, serve per capire dalla tua risposta quanto tu sia appropriata alla mansione e in linea con la filosofia dell’azienda.
La risposta a questa insidiosissima domanda è preferibile sia duplice: elenca i vantaggi per il datore di lavoro ad averti nel suo organico e i benefici che avresti tu nel lavorare in quella azienda. Per distinguerti da altri candidati a parità di curriculum, enfatizza l’interesse cha hai per il settore in cui opera l’azienda. Qui appare chiara l’importanza di conoscere preventivamente l’ambito in cui opera l’azienda.
Dimostrati capace di vedere in prospettiva, avere capacità di deduzione, che permette una ragionevole previsione del futuro, è una delle qualità più apprezzate in aziende che prevedono di espandersi. Ma non è finita qui, altre potenziali domande che sovente vengono rivolte sono: perché vuole questo lavoro? E cosa la spinge a cambiare? Qui - più che un consiglio - una raccomandazione: non manifestare mai astio o critiche negative nei confronti dei precedenti datori di lavoro. Per rispondere a questa domanda trova sempre una risposta che abbia a che fare con la tua crescita personale.
Ma quali domande porre al selezionatore senza apparire inopportuni?
Pensare che in un colloquio di lavoro a porre le domande sia solamente il selezionatore è un errore perché, più frequentemente di quanto tu possa pensare, ti sentirai porre questo quesito: ha qualche domanda da fare?
Sono in molti a rispondere negativamente pensando di mettersi in cattiva luce, ma - vagliando con calma le possibili domande da fare - questo momento si rivela invece un’occasione da prendere al volo, sia per capire di più su quali siano le dinamiche dell’azienda, sia per dimostrare di avere un grande interesse nell’azienda stessa.
Una domanda lecita che potresti porre è sicuramente quali sfide si possono presentare a chi è destinato a ricoprire questo ruolo, avrai così una visione più chiara di quale saranno i tuoi compiti. Oppure potresti chiedere quali sono stati gli elementi presenti nel tuo CV che hanno spinto il selezionatore ha contattare proprio te., così puoi capire cosa poter valorizzare nella tua presentazione. In alternativa, puoi chiedere di illustrarti la filosofia dell’azienda in quanto a innovazione, rapporti interpersonali, politica aziendale. Potrai capire così il clima che si respira nell’ambiente di lavoro.