Agricoltura al Femminile: l'Imprenditoria Rosa in Italia
L'agricoltura italiana è sempre più donna: la crescita e l'evoluzione del settore è avvenuta anche grazie alla presenza femminile ai vertici delle imprese, che investono in innovazione e formazione; leggi di più.

Sono sempre più numerosi gli indicatori socio-economici che evidenziano una forte e ben radicata presenza femminile nell'agricoltura, certamente non più nel ruolo di “mondine” o raccogli cipolle, ma in ruoli di grande rilievo: manager e titolari di imprese. Ruoli decisionali fondamentali - tradizionalmente attribuiti a uomini - e oggi affidati anche alle donne.
Ci si domanda sempre di più, nei dibattiti e nelle ricerche di settore, se la crescente presenza della donna nel mondo dell'agricoltura abbia una relazione diretta con la crescente innovazione tecnologica che il settore acquisendo negli ultimi anni. L'agricoltura del futuro, infatti, stretta tra il riscaldamento globale, i mercati internazionali che impongono determinati costi e le problematiche tipiche di ogni settore, è chiamata a nuove sfide e continui aggiornamenti. E la sfida non può che essere donna.
Ad oggi l’imprenditoria agricola femminile è una realtà vera e concreta del nostro Paese: si stima infatti che un'impresa agricola su tre abbia a capo una donna. Sicuramente, è in corso una risalit, ma la strada per le pari opportunità è ancora molto lunga e i governi, sia a livello nazionale che locale, sono ancora fermi su questi temi. D'altro canto, Confagricoltura Donna sostiene ogni giorno le imprenditrici agricole ponendosi al servizio dell’impresa, dove le donne - dati alla mano - riescono a gestirla da un punto di vista diverso e innovativo, portando all'evoluzione dell'intero comparto. Nel settore agricolo, la legge Golfo-Mosca contro le discriminazioni nei CDA comincia lentamente a dare i suoi frutti.
Grazie alla solidità del settore agricolo e alla presenza di numerose associazioni di categoria che guardano al mondo femminile con crescente interesse, come - ad esempio - la Coldiretti Donne Impresa, le imprenditrici in agricoltura (o le aspiranti tali) possono ottenere finalmente informazioni precise e adeguate per imparare a fare impresa e incrementare i propri fatturati, realizzare progetti, partecipare a eventi formativi. Oggi è possibile diversificare l'attività e guardare anche al turismo e al sociale. Oggi, capire come aprire strutture socialmente utili, come ad esempio le fattorie sociali, gli agriasilo e le fattorie didattiche, non è più un miraggio. Una delle possibilità da considerare è quella di realizzare a livello aziendale anche attività innovative in aggiunta a quelle tradizionali, sfruttando le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale. Un altro progetto - sempre di Coldiretti - è il Creditagri, nato per fornire ulteriori opportunità concrete alle donne che desiderano lavorare nel settore agricolo.
Per le imprenditrici è stato pensato anche un microcredito con cui poter realizzare grandi progetti. Tale supporto è dedicato a chi desidera - ad esempio - ristrutturare i locali, oppure acquistare e rinnovare impianti già esistenti, macchinari e attrezzature, ma anche a chi desidera investire nei sistemi informativi integrati per l’automazione. Altro esempio di associazionismo del mondo agricolo è Confagricoltura Donna, l‘associazione che dal 2012 riunisce le imprenditrici agricole e che ad oggi conta più di 500 iscritte in 9 regioni d’Italia. Secondo il presidente appena eletto, Alessandra Oddi Baglioni, “Le donne sono in grado sfruttare appieno le potenzialità dell’agricoltura multifunzionale, ad esempio nella gestione degli agriturismi, degli agriasili, nella creazione di prodotti di bellezza derivati dall’olivicoltura. E’ femminile la capacità di coniugare etica e valori sociali con la crescita di reddito dell’azienda agricola; insomma il nostro obiettivo è quello di fare network, scambiarci idee e conoscenze per far progredire le nostre aziende agricole”.
Ma una mano, e una mossa, deve arrivare naturalmente anche (e soprattutto) dalla politica! Si pensi che in questo governo - e nello specifico al Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo - non c’è un ufficio dedicato e anche in Parlamento non ci sono al momento progetti di legge che se ne occupino. E’ fondamentale che il governo e il parlamento si rimbocchino le maniche per sostenere le donne e l’agricoltura in generale.